Ecco una nuova puntata delle foto del plastico di Falconcrest descritte personalmente da lui.
Francesco scrive:
Una precisazione, spero di non far arrabbiare gli amici modellisti, anche x questo mi ritengo molto fortunato a poterlo fare, dato che so' i problemi di spazio che quasi tutti hanno; l'intero parco rotabile è interamente presente sul plastico, nessun locomotore o vagone giace nella scatola , è tutto li, pronto al VIA.
La foto 15 mostra i fili sotto, che dal banco dei comandi raggiungono il plastico, lunghi in modo da poter far muovere il banco comandi, che è a rotelle, con comodità , e come si vede tutti staccabili tramite connettori canon x computer,permettendo cosi lo sganciamento dal plastico in caso di eventuale spostamento (cosa che è avveunta quando ho spostato il plastico da Milano a qui!).
Per fortuna non avevo ancora fatto il dep vagoni e quindi era piu' piccolo ma una volta tolte le gambe, bè non è stata impresa facile trasferire il plastico di metri 3 x 2 da Milano a qui, calcolando che i superingamba personaggi del traslochi, l'hanno fatto uscire dalla finestra sita al terzo piano,calato nel camion e portato poi qui, rifatto entrare da altra finestra, per fortuna al primo piano e rimontato, non ci credevo neanche io, e senza neanche un minimo danno.
La foto 16 mostra il banco di trasformazione corrente da 220 a 12, da dove tutto parte sia x l'illuminazione del plastico, che x alimentare le linee, i semafori, gli scambi elettrici ecc. ecc. (da qui tutto va' al banco sinottico, e poi dal sinottico al plastico).
La foto 17 mostra una panoramica del quadro comandi sinottico, che se non usato và a posizionarsi sotto al plastico.
La foto 18 mostra per intero il quadro sinottico,dal quale è facilmente possibile ricavare il tracciato del plastico, attenzione la zona deposito vagoni, non fà parte del quadro sinottico, avendo trasformatori e comandi a parte e la quasi totalità degli scambi manuali (non elettrificati).
La foto 19 mostra una panoramica dei banchi comandi, pronti all'uso e del plastico.
La foto 20 mostra una parte del deposito vagoni preso a livello strada. In relax a sinistra un'IC delle DB, a destra il TEE delle DB e al centro il Reingold anni 30' (la sua loco a vapore BR18 dorme beatamente al chiuso nel deposito della piattaforma girevole).
La foto 21 mostra un dettaglio del plastico sempre fotografato a livello strada.
Nel plastico ci sono circa 70 scambi (tra elettrici e manuali), una trentina di sganciavagoni, una ventina o più di segnali (misti tra luminosi, a ala unica o ala doppia) e un'elevato numero di interruzioni unipolari, per fermare i treni con facilità dove piu' aggrada.
La foto 22 è l'uscita dalla stazione principale con in arrivo una Re 4/4 in livrea swiss express.
La foto 23 è l'entrata nella stazione e fa capolino il musetto della loco dell' ICE in parcheggio, dietro una V200, che utilizzo impropriamente anche per le manovre, sopra la cabina scambi a ponte.
La foto 24 è un scorcio della stazione sempre a livello strada.
La foto 25 mostra la stazione nella sua lunghezza.
La foto 26 mostra i fili sotto al banco comandi trasformatori e alimentazione, attenzione qui c'è la 220 volt, pericolo!
La foto 27 mostra i fili sotto al banco comandi sinottico, tutti poi vanno al plastico.
La foto 28 è una panoramica totale, con il plastico illuminato, che prende in lunghezza i 4 metri dell'impianto e dove si vede chiaramente la giunta tra le 2 basi, che evidenzia che il deposito vagoni è nato dopo e è tutt'oggi in ultimazione.
Chi magari ha buon occhio,noterà anche, che attorno al TEE svizzero vi è un'anello (solitamente chiamato "racchetta di ritorno") che ho inserito per girare i treni di 180 gradi, al fine di portarli in stazione già pronti per farli circolare in senso orario o antiorario,a vendo anche molti le carrozze o vagoni con le luci rosse di coda, certo nei treni veri basta un clic x le luci rosse, qui serve girare ovviamente il treno.
Ancora una volta non possiamo che inchinarci alla bravura di Falconcrest. Osservando tra l’altro le foto 26 e 27 si può notare la complessità dei collegamenti elettrici di gestione del plastico che dimostrano dove può arrivare l’ingegno di un vero fermodellista.
Al prossimo post.
Enrico.
Nessun commento:
Posta un commento